Archivi per la categoria ‘microonde’
Mozzarella in carrozza, profanazione e versione light al micoonde

La ricetta è talmente semplice da non avere bisogno di troppe spiegazioni e foto di sorta, ma………. c’è un “ma”!! Purtroppo vedo troppo spesso “storpiare” questa bella ricetta della tradizione partenopea che, come spesso accade nella cucina napoletana, non è altro che un modo per riciclare, in questo caso, il pane raffermo e la mozzarella “vecchia” di qualche giorno. Oggi siamo propensi a gettare nell’immondizia tutti i cibi non più freschi, ma un tempo non si poteva neppure pensare di gettare il cibo. Questo lo sanno bene soprattutto i napoletani che nel corso dei secoli hanno dovuto ingegnarsi in mille modi per non dover soffrire troppo la fame. Tutto questo preambolo per dire che è impensabile una ricetta della mozzarella in carrozza che preveda il pancarrè. La mozzarella in carrozza prevede l’utilizzo del pane raffermo che, ai bei tempi, era quasi sempre quello “cafone” fatto col “criscito” (una sorta di lievito madre) e cotto a legna. Questo pane, oggi purtroppo meno presente sulle tavole dei napoletani, perchè soppiantato dal pane più morbido e croccante (tipo ciabatta) gradito dalle nuove generazioni, era un pane che si manteneva per molti giorni. Se poi ci si trovava nella fortunata condizione di avere del pane raffermo e della mozzarella avanzata, ecco che l’occasione era propizia al confezionamento di una bella e succulenta mozzarella in carrozza.
INGREDIENTI (per 4 “carrozze”)
8 fettine di pane raffermo (se la crosta fosse eccessivamente dura potete eliminarla)
4 fettine di mozzarella (più o meno della stessa misura del pane)
4 fettine di acciuga (se piace)
2 uova
30 gr di farina
1/2 dl di latte
olio e sale q.b.
PROCEDIMENTO
Mette il pane a bagno nel latte per ammorbidirlo, poi scolate e strizzate delicatamente ogni fetta tra le mani giunte. Mettete su metà delle fette di pane i fetta di mozzarella ed un filetto di acciuga (se piace).
Coprite con le fette di pane rimaste, premendole con la mano per farle aderire bene. Passate i crostini prima nella farina e poi nelle uova battute facendole ben assorbire dalla farina stessa e friggeteli in abbondante olio caldo (o strutto) da entrambe le parti.
Scolate su carta assorbente salate e servite ben caldo.
NOTE: ciò detto, potete usare il pancarrè al posto del pane raffermo, passare i crostoni oltre che nell’uovo anche nel pan grattato…….. ma non chiamatela mozzarella in carrozza!! Infine una curiosità: nel fritto misto napoletano (zeppoline di pasta crescuita, panzarotti, arancini, ciurilli, melanzane e zucchine ” ‘ndurate e fritte’ “, mozzarelline panate…) si può trovare la mozzarellina panata a mò di cotoletta e cioè passata semplicemente nell’uovo e nel pan grattato e poi fritta… ‘na bontà!
Se poi dobbiamo proprio fare un sacrilegio e profanare la ricetta, possiamo provare a cucinarla “light” per avere la possibilità di mangiarla più spesso, ma in questo caso dovremo panarla. Da quando ho il forno a microonde cerco di utilizzarlo non solo per velocizzare ma anche per “alleggerire” un po’ il fritto (si avvicina l’estateeeee……). Ungete con un po’ di burro il piatto crisp e cuocete 4-5 minuti per lato con la funzione gill. Se non avete il microonde, potete cuocere nel frono classico a 200° per 20-30 min. rigirando a metà cottura.
Curiosità partenopee: il significato della parola napoletana “seccia”.
La parola vuole indicare chi porta sfortuna. Si dice infatti “m’ puort seccia” (mi porti sfortuna) oppure “nun fà ‘a seccia” (non portare sfortuna). La parola viene da “seppia”, la quale, come sapete, spruzza il nero (colore tipicamente considerato del malaugurio).
Marmellata di liquirizia e sterilizzazione vasetti al microonde

Questa ricetta è tratta dal blog “lo scrigno delle bontà” e non ho proprio potuto resistere: in casa mia la liquirizia è una leccornia alla quale non è possibile sottrarsi. So che a primo impatto può sembrare piuttosto “stravagante” come idea, ma il sapore…… mmmmmmmh……… mi viene la bava solo a pensarci!
INGREDIENTI
1 kg di mele golden
500 ml di acqua
100 gr di liquirizia in polvere
800 gr di zucchero
PROCEDIMENTO
Sbucciate le mele e tagliatele a fettine. Mettetele a cuocere con 200 ml di acqua e tutto lo zucchero. Quando saranno cotte, riducetele in purea con l’aiuto del mixer ad immersione. Aggiungete la liquirizia ed il resto dell’acqua lasciando cuocere fino a “giusta consistenza”…..
Ecco, è proprio questa “giusta consistenza” che mi ha creato qualche difficoltà. All’inizio ho invasato la marmellata troppo presto, tant’è che si presentava troppo liquida anche dopo il raffreddamento. Visto il risultato insoddisfacente, ho rimesso tutto sul fuoco ed ho fatto addensare….. questa volta, credo, un po’ troppo….. Ciò nonostante il risultato è stato praticamente divino, la prossima volta cercherò di tenere a bada i miei eccessi per ottenere una consistenza…. non troppo consistente!! Comunque, vi tornerà utile sapere che ho sterilizzato i vasetti nel forno a microonde: ho inserito 4 vasetti medi a 700 W per circa 4 minuti; inoltre avevo un vasetto di vetro riciclato che ho sterilizzato con il suo tappo metallico mettendolo a testa in giù dimezzando la temperatura del forno ma prolungandone il tempo. A questo punto ho subito messo nei vasetti la marmellata bollente e li ho lasciati raffreddare capovolti per creare il sottovuoto.
E mò……?? Assaggiamo?? Evvaiiiiiiiiiiiiii……………. Ho mischiato uno yogurt muller bianco con un paio di cucchiaini di marmellata e…………….. ma cos’è…… un gelato?….un semifreddo?……. Silenzio!! Sto in paradiso…..!
N.B.: per chi non trovasse la liquirizia in polvere: io la compro oppure me la faccio comprare in Calabria, nella famosa fabbrica, ma l’ultima volta l’ho acquistata allo store/bistrò “Eat’s” di Conegliano (TV). In ogni modo la brava Susanna, nel suo già citato blog, ci dà qualche “dritta”, che vi riporto fedelmente qui di seguito, sul come utilizzare, invece, la liquirizia in pezzetti che è molto più semplice da trovare.
Susanna dice: “….ho messo sul fuoco 300 ml di acqua in un pentolino piccolo e appena ha iniziato a fare le prime bollicine dal fondo gli ho versato dentro 100 gr di liquirizia pura a pezzetti, poi ho preso il pentolino e l’ho messo dentro ad un’altro pentolino un po’ più grande con un po’ d’acqua , in modo che il calore continuasse a mantenersi tale ma a bagnomaria, in modo che la liquirizia non sentisse la fiamma diretta.
con la fiamma al minimo ho lasciato andare mescolando di tanto in tanto e nel frattempo ho preparato mondate e tagliate le mele, ho aggiunto lo zucchero e circa 200 ml di acqua in modo che, quando ho messo la pentola sul fuoco, lo zucchero si sciogliesse senza caramellarsi.
poi ho continuato a far bollire le mele fino alla completa cottura per poi ridurle in purea con il mixer ad immersione; a questo punto ho preso il pentolino che avevo lasciato a bagnomaria, dove nel frattempo la liquirizia si è sciolta perfettamente (EVVAI!) e l’ho versata nella purea di mele, ho lasciato bollire finchè ha raggiunto la giusta consistenza e …..voilà!!!!! MARMELLATA DI LIQUIRIZIA……PERFETTA!!!!!!”
Curiosità partenopee:
O ZI PEPPO

Ancora oggi a Napoli per indicare l’orinale o il vaso da notte si dice “o zi peppo”.
Ma come è nato questo nome. Si dice che Questo tipo di accessorio primeggiava alla corte di Maria Teresa d’Austria, ed era piu’ che un orinale una vera e propria opera d’arte.Giuseppe,bravo e costumato gentiluomo, venne a Napolia far visita alla sorella Maria Carolina, che aveva sposato il re Ferdinando IV,portando in dono detto suppellettile. Re Ferdinando accolse entusiasta il dono del cognato Giuseppe, diventato poi in seguito, l’imperatore Giuseppe d’Asburgo e Lorena, che gli affibbio’ il nomignolo di “zi’ seguito da Peppo che era il diminutivo di Giuseppe. Il re di Napoli colloco’ l’arnese nel suo appartamento privato , e si racconta che non era raro il caso in cui ricevesse o ascoltasse ambasciatori e diplomatici, stando comodamente seduto sul “Zi Peppo”.
Tratto da: “Le stronzate di pulcinella“
Risotto ai carciofi al microonde

Capita anche a voi di voler comperare tre o quattro carciofi e di tornare a casa con dieci o quattordici esemplari? Tipicamente a Napoli succede così: “signò, avete visto come sò belli? Pigliatavill… song ‘e carcioffol da Sicilia!! Vi faccio un buon prezzo…”. Così si torna a casa con un bustone di carciofi da far paura e che, seppure piacciono tanto anche ai congiunti, al terzo giorno risulta difficile riproporli. Leggi il resto di questo articolo »
Le castagne: una risposta alle domande frequenti e qualche ricetta utile

Per la felicità di qualcuno (ogni riferimento è puramente casuale), ma con vero cordoglio da parte della sottoscritta, è giunto l’autunno e con esso ecco apparire nello scenario gastronomico la tanto attesa castagna. Lo sapevate che la produzione di maggior rilievo si trova in Campania? Essa, infatti, contribuisce per circa 1/3 all’ intera produzione nazionale. Dopo il mio solito “picco” di campanilismo, facciamo un po’ il punto sui pregi e difetti di questo frutto senza tralasciare qualche indicazione su come sceglierlo, cucinarlo e conservarlo. Non poteva mancare infine, qualche ricetta che preveda l’utilizzo del frutto in questione. Vi lascio ad una, spero, interessante lettura. Leggi il resto di questo articolo »