Le zeppole di patate
Prima dell’attuale zeppola di S. Giuseppe, esistevano già altri tipi di zeppole: la classica “zeppola”, uno dei dolci più antichi che si conoscano, la zeppola “graffa” e la “zeppola pastacrisiuta”. La zeppola classica è una frittella che non prevede la presenza di patate nell’impasto, la graffa invece sì. La pasta crisciuta (pasta cresciuta) è una zeppola salata: una pallina di pochi cm che si ottiene prendendo un pizzico di pasta lievitata, cioè cresciuta, gettato nell’olio bollente. Ancora oggi questo tipo di zeppola si acquista nelle tante friggitorie napoletane insieme ai panzarotti (crocchè piccoli e senza ripieno) e si mangia in piedi, ancora bollente, in un involucro di carta spessa detto “cuoppo” (cono). Un’ultima curiosità: in napoletano, quando si ha quel difetto di pronuncia che ti impedisce di scandire bene la zeta o la esse, si dice “avere la zeppola in bocca” perchè si parla come se si avesse in bocca una zeppola di pasta cresciuta, che notoriamente deve essere mangiata bollente.
In casa mia, questa ricetta delle zeppole di patate, o graffe che dir si voglia, sono arrivate alla terza generazione in quanto la ricetta è di mia nonna Gilda. Le zeppole di patate, che a Napoli assumono la forma di una “e” minuscola, sono preparate generalmente per la festa del papà e quindi sono zeppole di S. Giuseppe più antiche di quelle, ormai famose in tutto il mondo, con la crema e l’amarena. Questo è stato praticamente il primo dolce che ho imparato a fare: ricordo di aver osservato tante volte mia madre fare l’impasto, insieme poi si facevano dei rotolini di pasta che tagliati davano poi forma alle “e” di cui parlavamo. Al confezionamento di questo mitico dolce, a volte, partecipavamo tutti: mio padre friggeva, io e mio fratello le passavamo nello zucchero (e ce le mangiavamo pure belle calde calde). Oggi sono cresciuta e pasciuta e questa bella tradizione continua. Ai miei familiari piacciono tanto le zeppoline e perciò molto spesso, anche se non è la festa del papà, mi capita di impastarle… mio marito le frigge e mio figlio le passa nello zucchero (e se le magia pure). Nell’attesa che la tradizione possa estendersi anche alla quarta generazione, vi posto qui la ricetta della nonna.
Ingredienti
300 gr di patate
2 uova
2 pizzichi di sale
1 cucchiaio di zucchero
2 cucchiai di olio evo
buccia di 1 limone grattato
farina che assorbe (circa 1/2 Kg, ma dipende molto dal tipo di patate)
1 cubetto di lievito (se avete tempo a disposizione potete usarne 1/2)
200 ml di latte tiepido
olio di oliva (per friggere)
zucchero semolato
Procedimento
Lessate le patate con la buccia (saranno cotte quando riuscirete ad affondarvi i rebbi di una forchetta), pelatele e schiacciatele. Non appena intiepidite, aggiungete tutti gli altri ingredienti ed impastate con tocco leggero sino ad ottenere un impasto compatto ma morbido. Infarinate il panetto e lasciatelo lievitare 15/20 min. se avete messo 1 cubetto di lievito, 30 min. se ne avete messo mezzo. Fate dei cordoncini dello spessore di un dito e della lunghezza sufficiente a formare delle “e” minuscolo. A mano a mano che le formate mettetele su di un ripiano leggermente infarinato oppure su dei quadrati di carta da forno. Lasciate lievitare 1 ora se avete usato mezzo cubetto di lievito ma, se avete usato il cubetto intero potete già cominciare a friggere partendo dalla prima zeppola formata che nel frattempo avrà già ripreso la lievitazione. Friggetele poche per volta, in modo che non si sovrappongano, in olio alto (olio di oliva). Se le avevate messe a lievitare sulla carta da forno potete immergerle nell’olio insieme al pezzo di carta su cui sono adagiate e sfilarlo subito dopo. Se invece non avete adoperato la carta, fate ben attenzione a non sgonfiarle quando le trasporterete per immergerle nell’olio bollente. Mi raccomando di fare molta attenzione alla frittura: noterete che nel momento in cui le immergete nell’olio bollente si gonfieranno, giratele due o tre volte durante la cottura per cuocerle da ambo i lati e per sincerarvi che siano a giusta cottura. Le zeppole dovranno risultare dorate ma non brune: il “trucco” sta nel regolare il fuoco in modo tale che friggano in modo leggero. Sollevatele dall’olio cercando di far sgocciolare l’olio in eccesso e passatele SUBITO nello zucchero semolato. Adesso fate attenzione………. all’assalto degli unni!!
Nella foto qui in basso potete ammirare una “bomba con la nutella” ottenuta facendo una pallina con la pasta, fritta, inzuccherata e poi “siringata” con la nutella……. e che ve lo dico a fà???
Perle di saggezza partenopea: ” ‘O bene tanto se conosce quanno se perde” – Le cose buone si apprezzano quando vengono a mancare.

Mamma mia, me ne mangerei una subito visto che la mia cena è stata miserotta ( una tazza di latte ), come al solito sei fantastica e oggi la mia giornata è iniziata alla grande!!
Bacioni stella.
Preziosa questa ricetta familiare, storica!!!
Grazie per la condivisione!
son davvero belle e chissà che buoneeeee!!!
complimenti davvero!
micettaaaaaaaaa QUESTA RICETTA LA FARO PURE IO senza il latte OVVIAMENTE PERCHÉ NON LO MANGIO/BEVO…..COMUNQUE MIA MAMMA FACEVA PURE UNA PASTA LIEVITATA CON LE PATATE E POI FRITTE E POI DOPO COTTE LE SPARGEVA DI ZUCCHERO SEMOLATO….MA NON MI RICORDO COME SI CHIAMAVANO erano a palline abbastanza grandi non piccole…..comunque ti faccio visita spesso vedi? Solo per farti un salutino e per dirti quanto sei bravaaaaaaaaaaaa, ammapala la piccina quanto é BRAVA!!! hahahahahaha
un forte forte abbraccio da parte mia
ciao Anna la strega delle erbe
Che BuOneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
più o meno qual è la quantita della farina?
sono buonissime!!!!!!!Ma qual è la dose di farina?
Ma quanta farina serve????
Ho provato a farle, ma senza il quantitativo esatto di farina mi è venuta una pappetta e ho buttato tutto!!!!!!!!
Indica la quantità di farina, grazie”!!
E’ difficile dare un quantitativo esatto…… mettine circa 1/2 Kg, ma l’impasto non deve risultare duro….. fammi sapere 😉
….. circa 1/2 Kg: devi ottenere un impasto non duro