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Melanzane e zucchine alla griglia ed un risotto molto speciale per riciclare l’olio d’avanzo delle conserve sott’olio….. e se avanza il riso? Ricicliamo pure quello!!


Melanzane

Zucchine
Le zucchine e le melanzane alla griglia sono un fresco contorno estivo molto piacevole che, volendo, può essere preparato in discreta quantità e conservato in frigorifero per alcuni giorni.
Lavate, asciugate e mondate delle melanzane e delle zucchine.
Tagliatele per il lungo allo spessore di circa 1/2 cm ed arrostitele, sulla bistecchiera rovente, pochi minuti per lato sino ad ottenere le classiche striature. Tenete presente che le zucchine, per restare croccanti, devono essere cotte un po’ meno rispetto alle melanzane.
Preparate il condimento in due ciotoline diverse. Per le melanzane: emulsionate bene con la forchetta un bel po’ d’olio, poco aceto, un bel pizzico di sale, l’origano e, se piace, un po’ di peperoncino forte. Per le zucchine fate la stessa emulsione sostituendo l’origano con qualche foglia di menta spezzettata ed il peperoncino piccante con il pepe. Lasciate che l’emulsione insaporisca prima di passare a condire le verdure.
Sitemate in un recipiente, munito di coperchio, le vostre verdure a strati alternandole con il condimento preparato in precedenza. Riponete le verdure in frigorifero e, se ce la fate, non gustatele subito: in questo modo i sapori avranno il tempo di fondersi e di regalarvi quel meraviglioso sentore che di solito ha il cibo grigliato.
Per cambiare: provate ad aggiungere sulle melanzane grigliate, e già condite, un po’ di pomodori pachino sgocciolati, tagliati a cubetti piccoli e conditi con il sale, il pepe e gli aromi che più vi aggradano.
Avete mai provato a sfruttare l’olio delle conserve fatte in casa oppure comprate al supermercato? Quando comprate le conserve sott’olio, ma soprattutto se ve le preparate da soli, una volta vuotato il vasetto non gettate via l’olio che avanza, ma provate a sfruttarlo per cucinare uno squisitissimo risotto alla “micio- maniera”:
cospargete una padella con un po’ dell’olio avanzato dalla vostra conserva, rosolatevi dell’aglio tritato e lasciate tostate il riso. Aggiungete due dadi da brodo classici (oppure ai funghi) e poca acqua alla volta, sino a quando il riso risulterà cotto. Spolverizzate con una grossa manciata di parmigiano grattugiato e….. buon appetito!!
Il ricilo del riciclo: se vi avanzasse del riso, mescolatelo con 1-2 uova sbattute e fatene delle palle di riso (una variante degli arancini, rotondi e più piccoli, diffusa come prodotto tipico delle friggitorie napoletane, di cui al più presto vi fornirò la ricetta) , inserendo al centro dei cubetti di mozzarella. Rotolate le palle di riso in una pastella semiliquida, di acqua e farina, e poi nel pangrattato: otterrete una crosta deliziosa e croccante che non si spaccherà in cottura.
Modi di dire partenopei: “m’ pare ‘o fatto d’ ‘e quatte surde…” (sembra il fatto dei quattro sordi…). Il raccontino qui di seguito narrato, adombra il dramma della incomunicabilità. La locuzione in epigrafe, viene pronunciata a Napoli a colorito commento in una situazione nella quale non ci si riesca a capire alla stregua di quei quattro sordi che, viaggiatori del medesimo treno, giunti ad una stazione, così dialogarono: Il primo: Scusate simmo arrivate a Napule? (Scusate, siamo giunti a Napoli?) Il secondo: Nonzignore, cca è Napule! (Nossignore, qua è Napoli!) Il terzo: I’ me penzavo ca stevamo a Napule (Io credevo che stessimo a Napoli). Il quarto concluse: Maje pe cumanno, quanno stammo a Napule, m’avvisate? (Per cortesia, quando saremo a Napoli, mi terrete informato?).
Risotto rosso light

Questa ricetta l’ho rubata ai “Menu di Benedetta” e…., perdonate il gioco di parole, che sia benedetta Benedetta!! La preparazione richiede circa 20′ ed è una ricetta light che risulta molto gradita sia ai grandi che ai piccini!
INGREDIENTI per 4 persone:
Modi di direi partnopei: “Corr’ ass’ ‘e mazz’ ” (Corre asso di mazzo) Vorrebbe dire che c’è nell’aria l’asso di bastoni (una figura delle carte napoetane). Con ciò vuole intendersi che c’è “clima di tempesta” e potrebe scatenarsi una lite da un momento all’altro.
Risotto light con scampi e scarola

Si avvicina l’estate e dobbiamo incominciare a pensare un po’ alla linea…. Ecco un primo leggero (430 Kcal a porzione) dal gusto delicato.
Tempo di preparazione: 1 ora
Ingredienti per 4 persone
8 scampi (800 g), 280 gr (350 per un risotto senza scarola) di riso vialone nano, 200 g di vino bianco, 150 gr di scarola pulita, 100 g di cipolla bianca, 40 g di olio evo, alloro, prezzemolo e sale.
PROCEDIMENTO
Togliete la testa agli scampi e asgusciateli. In una casseruola portate a bollore tutti gli scarti degli scampi con 2 litri di acqua, una foglia di alloro, un ciuffo di prezzemolo, la cipolla ed il vino bianco.
Cuocete 30′, salate, filtrate e riportate la casseruola sul fuoco.
Scaldate metà dell’olio e tostatevi il riso per circa un minuto, aggiungete la scarola (tenetene da parte un pochino per decorare) tagliata a striscioline
e bagnate col brodo sino a portatre a cottura il riso. Dividete in due le code degli scampi per il lungo ed aggiungetele al riso ormai cotto mantecando con l’olio rimasto. Fate riposare coperto per 2 ‘ e servite contornando il risotto con la scarola rimasta.
Napoli-curiosità: In tutto il mondo è oramai nota la venerazione che i napoletani hanno per il loro santo protettore, ma forse non tutti sanno che durante il Concilio Vaticano II la venerazione di S .Gennaro fu limitata in ambito locale: in pratica fu declassificato come Santo di serie “B”. Ma la devozione dei napoletani fu, ed e’, tale che pochi giorni dopo sui muri della citta’ fu scritto: “San Genna’, futtetenne!” (San Gennaro, fregatene!). In altre parole il popolo ha ancora una volta voluto dimostrare il suo attaccamento al santo quasi volessero dire “che te ne fotte, tanto te vulimme bene nuie” (che te ne frega, tanto ti vogliamo bene noi). E’ la più immediata e importante prova di questo amore per “Faccia Gialla”, il nome con cui i partenopei chiamano il Santo dovuto alla sua statua più famosa in argento dorato.
Risotto ai carciofi al microonde

Capita anche a voi di voler comperare tre o quattro carciofi e di tornare a casa con dieci o quattordici esemplari? Tipicamente a Napoli succede così: “signò, avete visto come sò belli? Pigliatavill… song ‘e carcioffol da Sicilia!! Vi faccio un buon prezzo…”. Così si torna a casa con un bustone di carciofi da far paura e che, seppure piacciono tanto anche ai congiunti, al terzo giorno risulta difficile riproporli. Leggi il resto di questo articolo »